Una volta durante certi interrogatori si utilizzavano tecniche di tortura per estorcere informazioni come nomi, cognomi, indirizzi o abitudini. Ora basta semplicemente estorcere una password, magari quella di Facebook. Una volta entrati, lì c’è tutto di noi e dei nostri contatti. crediti immagine
Questa è una storia che da giorni mi ero ripromesso di raccontare: parla di un noto stilista americano e di una sciagurata gestione della comunicazione sui social media. La storia è andata così. Il signor Kenneth Cole, ritenendosi particolarmente furbo e spiritoso, pubblica un tweet molto particolare dal suo BlackBerry, usando l’account legato al suo […]
Cosa succede se il datore di lavoro utilizza i social media per controllare cosa fanno o dicono on-line i propri dipendenti? Sappiamo benissimo che, all’interno dell’azienda, esistono dei limiti oltre il quale il datore di lavoro non può andare per non incorrere in reati legati alla violazione della privacy. Il discorso cambia se il monitoraggio […]
E' ANCORA POSSIBILE CAMBIARE IL MONDO, UN'IDEA ALLA VOLTA
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