In Nord Africa e in Medio Oriente ormai è effetto domino.
Questa analisi del National Post – aggiornata al 26 febbraio – analizza una serie di indicatori chiave per comprendere la situazione attuale in ogni Paese e tentare di capire quali siano quelli più a rischio di rivolta sulla scia della Libia e quali siano le probabilità di riuscita della stessa.
Le nazioni sono – procedendo geograficamente da sinistra a destra – Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Oman, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Siria, Giordania, Libano, Iraq, Iran, Bahrein.
Gli indicatori presi in esame sono il numero di anni al potere da parte del leader, indicatori economici, il tasso di alfabetizzazione, la penetrazione di Internet, la penetrazione della telefonia mobile, l’indice di democrazia, la spesa in armamenti e il tasso di corruzione.
Ho incorporato lo schema con Closr per visualizzarlo al massimo dettaglio nonostante le grandi dimensioni (basta fare lo zoom).
Personalmente sono dell’idea che ognuno di questi Paesi debba essere visto come parte di un ecosistema territoriale e che le singole probabilità di riuscita sono strettamente legate a quelle degli altri.
Grazie al contagio reciproco le manifestazioni di protesta sono arrivate fino a luoghi e livelli altrimenti impensabili, rovesciando equilibri che perduravano da decenni.