Mentre si consumano gli ultimi scontri a Tripoli intorno al bunker di Gheddafi, a Sirte e al confine con la Tunisia, è il momento di cominciare a chiedersi che fine faranno tutti i faraonici investimenti del raìs in Italia.
Questi consistono in fondi sovrani – cioè sottoposti al controllo diretto da parte di Gheddafi, come spiega il Post – investiti massicciamente in quote di società come Unicredit, FIAT, Juventus, Finmeccanica, ENI e Mediobanca.
Oltre a questi, ci sono anche i forti interessi italiani in Libia, che il Gruppo ENI e il Ministro degli Esteri Frattini pensano possano ripartire presto, prestissimo.
Ne sono talmente convinti che ENI è stata la prima società estera a mandare una delegazione in Libia in queste ore, per essere sicuri di svolgere un ruolo di primo piano, magari approfittando della cattiva luce che oggi avvolge chi nei mesi passati ha appoggiato Gheddafi.
Noi, che invece non lo abbiamo mai appoggiato, possiamo stare tranquilli.
Ma anche no.