Il 4 luglio su Facebook avevo sottolineato come il centinaio di presunti stupri avvenuti al Cairo in Piazza Tahir in mezzo alla folla durante le proteste, purtroppo, non siano una novità.
A rafforzare le mie affermazioni, avevo linkato un articolo con una testimonianza diretta che mi aveva colpito profondamente, datato 19 marzo 2013.
Il sito non è esattamente una fonte specializzata in questo tipo di notizie, anzi…come si può vedere dallo screenshot qui sotto, è più orientato a fashion e lifestyle.
Articoli come questo quindi non sono semplici da individuare, se non sei un loro lettore abituale: ci arrivi se hai un’ottima rete di contatti e/o un’ottima selezione di feed.
Ieri però ho letto su Linkiesta questo articolo, che mi ha lasciato basito in quanto riporta un passaggio di quell’articolo che ricordavo alla perfezione (ebbene si, me lo ero letto tutto e bene l’articolo, prima di linkarlo).
Ecco il passaggio:
«Centinaia di mani mi strappavano i vestiti di dosso e violavano il mio corpo. Non c’era via di uscita, dicevano di volermi proteggere e salvare, ma sentivo che mi pressavano e violavano. Ero completamente nuda, spinta dalla massa in un vicolo chiuso. Ogni volta che ho provato a chiedere aiuto aumentava la loro violenza», è il racconto straziante di una delle donne stuprate, che preferisce non essere nominata, raccolto dal centro per la difesa dei diritti delle donna Nazra. La ragazza è stata soccorsa dalle unità mediche mobili nei giorni scorsi in piazza Tahrir.
Ecco la testimonianza originale, scritta direttamente dalla vittima:
“All I could understand was that there were hundreds of hands, stripping me of my clothes and brutishly penetrating my body. Nowhere to escape to; all of them saying that they were protecting me, rescuing me, but what I could feel was that the circle closest to me were squeezing against my body, raping me with their fingers from the front and from behind. One was even kissing me on the mouth. And then I was totally naked and the mass of people surrounding me was pushing me into the alley next to Hardee’s restaurant.”
Sembra evidente che si riferiscano allo stesso fatto. Se così fosse, immagino che la fonte dell’articolo de Linkiesta non sia la stessa che ho indicato io ma un’altra che ha riportato i fatti in modo distorto, forse a causa di una lettura superficiale.
Si può infatti notare anzitutto l’uso del virgolettato nonostante la modifica dell’affermazione originaria in fase di traduzione.
Quel che però appare più grave, sempre nell’ipotesi che il fatto sia il medesimo, è che quel singolo racconto venga associato a eventi di alcuni mesi più tardi, decontestualizzandolo.
In ogni caso, qualche ulteriore verifica io l’avrei fatta, prima di pubblicarlo.