Quando capitano situazioni di emergenza sul territorio come l’attentato alla Maratona di Boston, è importante farsi trovare pronti.
Per esempio, Google ha messo a disposizione una pagina (che attualmente contiene i dati di circa 4.600 persone) dove è possibile ricercare una persona o lasciare informazioni sulle sue condizioni; la stessa cosa ha fatto la Croce Rossa.
Sul sito della Maratona di Boston c’è un completo motore di ricerca di tutti i partecipanti che avevano già completato la gara.
Testate come USA Today hanno creato al volo pagine dedicate dove offrire ampia copertura degli aggiornamenti.
Tecnologia e i social media però non bastano: occorre introdurre valide policies aziendali e creare cultura, indipendentemente dalla tipologia di azienda.
Più in generale, sarebbe opportuno osservare alcuni consigli come, per esempio:
- disabilitare i tweet schedulati (evitando quindi di scatenate un involontario “effetto Kenneth Cole“)
- informare immediatamente i propri dipendenti di quanto avvenuto (perché c’è sempre qualcuno che non è costantemente aggiornato su quanto avviene al di fuori)
- diventare nodi attivi della rete per informazioni e aggiornamenti
- verificare che sul web non vi siano (o che non siano in fase di pubblicazione) contenuti propri che possono risultare poco sensibili verso quanto avvenuto e urtare l’opinione pubblica.