Si sente parlare poco della situazione di emergenza che dall’inizio di giugno si è creata nell’area della centrale nucleare di Fort Calhoun, in Nebraska.
L’occasione per ripercorrerne le tappe mi è giunta da un articolo che solleva interrogativi sull’argomento, non ultimo quello sulla poca disponibilità di informazioni aggiornate e dettagliate, come sostenuto da più parti.
Ho quindi cercato di capire se le cose stanno effettivamente in questi termini.
Il contesto storico
Nel 1973 viene realizzata la centrale nucleare di Fort Calhoun; attualmente è la più piccola delle 104 centrali nucleari USA. Si inserisce all’interno del piano di produzione di energia dello Stato del Nebraska.
Nel 2003 la licenza dell’impianto viene rinnovata per altri venti anni.
Nel 2006 l’impianto viene interamente ristrutturato.
Nel 2010 la Commissione per il nucleare (NCR, Nuclear Regulatory Commission NRC) valuta che l’impianto non è sufficientemente protetto contro le inondazioni, motivo per il quale all’inizio del 2011 vengono effettuati ulteriori interventi per la messa in sicurezza. Secondo l’Omaha Public Power District (OPPD) – proprietario e gestore – l’impianto è progettato per resistere a piene fino a 308-310 metri slm, dato che il reattore si trova in un contenitore a tenuta stagna e la piscina del combustibile esaurito si trova a 316,5 metri slm.
A settembre 2010 si comincia a parlare della realizzazione di una terza centrale in Nebraska.
Alla fine del 2010 viene aggiornato il software di simulazione dell’impianto.
Questi sono i dati statistici sulla produzione di energia dello Stato del Nebraska, aggiornati al 2008.
Cosa è successo a giugno
Il 9 aprile viene chiuso l’impianto l’impianto causa rifornimento; da allora non è più stato riaperto a causa dei successivi eventi.
Il 6 giugno 2011 una piena eccezionale del fiume Missouri fa scattare l’allarme; viene stimato che comunque non dovrebbe superare i 307 metri slm.
Il 7 giugno un incendio interrompe l’alimentazione alla piscina del combustibile esausto; viene successivamente realizzato un allacciamento di emergenza a un impianto esterno che ripristina l’alimentazione.
Il 15 giugno lo spazio aereo della zona viene dichiarato “no fly zone”.
Il 27 giugno collassa la protezione esterna dell’impianto, sul fondo degli edifici si riversano due metri d’acqua; l’energia necessaria al raffreddamento del materiale radioattivo viene prima sospesa e poi rimpiazzata da un impianto di emergenza.
La copertura sui media
Ho trovato persino alcuni video amatoriali – come quello sotto – che mostrano com’era la situazione una settimana fa.
Facendo queste ricerche, ho notato che si trova molto più materiale attraverso i canali di informazione locale e iperlocale che non attraverso quelli nazionali.
Per cercare informazioni sul progetto dell’impianto – come materiali, disegni, revisioni, distanze, fotografie – sono invece transitato anche dalla pagina su Wikipedia; qui ho notato un link potenzialmente interessante a un documento di maggio 2005, ma la pagina di destinazione risulta rimossa in una data non meglio precisata degli ultimi due anni.
Non credo che questa rimozione sia stata successiva al verificarsi dello stato di emergenza, però mi domando quale sia il motivo che può portare alla rimozione di un documento così importante da un sito anziché conservarlo nell’archivio storico.
Il contesto geografico
L’impianto è ubicato proprio sulla riva del fiume Missouri, dal quale viene garantita l’acqua necessaria al raffreddamento.
Allargando la veduta, si nota come nella stessa zona sono presenti parecchi parchi nazionali.
Procedendo verso sud si arriva alla città di Omaha, i cui 400 mila abitanti si trovano quindi a solo una trentina di km in linea d’aria dalla centrale, al di sotto di quella che può essere considerata una soglia di sicurezza.
Il rischio per la popolazione locale non è solo quello di venire sottoposta a radiazioni attraverso le vie aeree; in caso di incidente di particolare gravità, il fiume Missouri potrebbe scatenare un disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili. D’altronde, si tratta del secondo corso d’acqua degli Stati Uniti o, se preferiamo, del più lungo affluente del mondo, che attraverso il Mississippi si riversa nel Golfo del Messico (il quale sappiamo benissimo che ha già i suoi problemi).
Avevo letto notizie su siti americani che spiegavano abbastanza cose e sembra che non abbia rilasciato radiazioni(sempre che abbiano raccontato la verità) E comunque ho notato anche io una copertura di questa notizia. 🙁
cmq il link che hai segnalato “informazione locale e iperlocale ” non mi funziona! :-O
ciao
Ho corretto il link: grazie per la segnalazione 🙂