Un paio di anni fa riuscii a raggiungere e intervistare Michel Abbatangelo, blogger e vignettista satirico francese (ma di evidente origine italiana) che fu querelato da Renzo Bossi a causa di un “Diario satirico” sul figlio dell’ex-leader della Lega Nord. Per Abbatangelo il pm Monica Crespi aveva chiesto 7 mesi di reclusione e 30.000 euro di risarcimento.
La cosa che più mi aveva colpito di quella chiacchierata fu la sua frase “Ho passato due giorni a ridere per questa querela surreale, più comica dei diari stessi.”
Ecco alcuni altri passaggi dell’intervista.
Molte persone al tuo posto avrebbero scelto di autocensurarsi, rimuovendo i contenuti dal proprio blog e sospendendo qualsiasi pubblicazione. Tu invece hai deciso di continuare a scrivere sul tuo blog. Perché questa scelta?
“Non ho mai sognato di censurarmi, di limitarmi; è inconcepibile”
Vivendo in Francia, hai notato differenze tra le reazioni dei politici francesi e quelle dei politici italiani?
“In Francia c’è da decenni un giornale d’inchiesta che fa satira e lì ogni settimana i politici vengono regolarmente massacrati. I politici francesi la prendono male ma difficilmente arrivano a querelare”
Qui c’è l’intervista completa, podcast incluso.
Il riferimento di Michel Abbatangelo era a testate come “Le Canard enchaîné”, “Guignol” e “Charlie Hebdo”. Già, proprio quel Charlie Hebdo di cui oggi parlano le cronache di tutto il mondo a causa di 5 minuti di follia in quel di Parigi, che tentano di farmi riconsiderare le affermazioni del blogger satirico.
Come è noto, due uomini incappucciati e armati di kalashnikov hanno fatto irruzione nella sede del giornale, quindi sono fuggiti lasciando dietro di loro 12 morti (tra cui i tre vignettisti principali) e venti feriti, di cui cinque gravi. Per i dettagli e la copertura live segnalo il lavoro di Guardian, NY Times e BBC.
I testimoni riferiscono che i due fanatici si sono dichiarati affiliati ad Al-Qaeda e sono fuggiti urlando “Allah Akbar!”, “Allah è grande”. In passato la redazione di Charlie Hebdo era già finita nel mirino degli integralisti islamici a causa di vignette su Maometto.
Questo attentato è un vero pugno nello stomaco per la spietatezza con cui è stato condotto e perché ha toccato un genere di informazione – la satira – a cui solitamente si perdonano certi eccessi perché fanno parte della tipologia di messaggio e richiedono una chiave di lettura particolare.
Probabilmente ci sarà un “prima” e un “dopo” di Charlie Hebdo e sarà difficile fare satira senza pensare a quello che è successo oggi. Ancora una volta, il rischio di generalizzare e attribuire a milioni di persone la responsabilità dei gesti di due fanatici è forte ed è ciò che non bisogna fare.
La notizia su Twitter
Alle 14:10 i tweet che utilizzavano l’hashtag #CharlieHebdo erano circa 360 mila, al ritmo di 5200 al minuto. Venti minuti più tardi erano già oltre 476 mila. Alle 15 e 17 sfondavano il muro del mezzo milione.