Delle pratiche di riconoscimento dei crediti verso le fonti sui media digitali se ne parla soprattutto quando queste non vengono rispettate. E’ utile però segnalare anche i comportamenti virtuosi da seguire e frutto di precise scelte editoriali.
Uno di questi è NewsLook, non a caso distintosi ai Webby Awards 2013 e partner di nomi come Buzzfeed, Reuters, Associated press, Getty images.
Cos’ha di particolare questa piattaforma on-line? Possiamo descriverla come un portale di informazione che coniuga web tv e content curation. La web tv è appunto uno di quei contesti dove il riconoscimento dei crediti alle fonti è pressoché sconosciuto, grazie all’alibi fornito dai limiti intrinseci dei contenuti di tipo non testuale. Quando presente, il credito è di tipo verbale (“secondo l’agenzia di stampa…”, “sulla pagina Facebook dell’indagato…”, ecc.) e non immediatamente riconducibile al link preciso del contenuto web.
NewsLook invece ha superato questo approccio: per comprenderlo, prederò come esempio la notizia del ragazzo palestinese rapito e trucidato a Gerusalemme. Già dall’inizio dei video notiamo qualcosa di particolare, come l’account Twitter in sovraimpressione: in realtà non è una novità assoluta, ma in questo caso occorre sottolineare che si tratta di quello della videogiornalista e non del canale di news.
Il servizio prosegue riportando informazioni tratte da vari portali di informazione on-line, come Euronews. A questo punto del video compare in sovraimpressione il nome della fonte.
Il nome della fonte compare sempre, anche se la testata è chiaramente identificabile.
Questo approccio viene adottato anche per i contenuti presi blog, social network e piattaforme di microblogging.
All’interno del servizio compaiono sia immagini che video: anche in questo caso appaiono i crediti, nonostante vi siano già quelli della fonte. Un esempio ne sono i reportage della CNN.
La notizia così diffusa viene contestualizzata e beneficia di pluralità di punti di osservazione; il lavoro giornalistico che sta dietro ne mette in evidenza le principali chiavi di lettura e tenta di creare un senso per chi ne fruisce.
Potrebbe sembrare già parecchio quanto visto finora, ma c’è dell’altro: i metadati. Ogni video ha i propri, compresi quelli geografici.
La mia impressione è che questa piattaforma i riconoscimenti li abbia ampiamente meritati. Il modello di business di NewsLook si avvale anche di contenuti premium per testate giornalistiche (e non solo) come per esempio USA Today. Questi contenuti, arricchiti da metadati come quelli mostrati sopra, acquistano maggiore visibilità che ne facilitano la ricerca.