Il lavoro del Social media editor è tutt’altro che banale e implica tutta una serie di attitudini ed esperienze.
È una posizione estremamente delicata perché lui in quel momento rappresenta in tutto e per tutto l’azienda o il brand per cui scrive.
Il rischio di scatenare un epic fail è quindi sempre in agguato.
La risposta a un lettore data ieri dall’amico Pier Luca, attualmente Social media editor per La Stampa, è da manuale, sotto la voce “bisogna fare così”.
In poche righe racchiude tutti questi suggerimenti, che dovrebbero essere presenti in ogni social media strategy:
1) rispondi
2) rispetta chi hai di fronte (“gentilissimo…”)
3) conosci te stesso (“contributi dell’editoria dal 2003 al 2012”)
4) argomenta la tua risposta
5) porta dati oggettivi, se possibile, a sostegno della tua affermazione (“a qs link…”)
6) arricchisci la conoscenza di chi hai di fronte
7) sii umano e non un bot (“le offro – a titolo personale – una cena”)
8) coinvolgi: se stai sui social media è per quello (“grazie dell’attenzione”)
Condivido. Il commento e relative risposte sono esemplari in ogni senso. Nella pratica, però, vedremo, perchè a volte più che un professionista digitale, per rispondere serve uno psicologo. 🙂
Verissimo. Altro aspetto che sottolinea l’importanza di affidarsi alle persone giuste.
Il passo successivo è, conseguente,ente, chiedersi “qual è il livello massimo di rischio che io editore sono disposto ad accettare e quindi quanto sono disposto a spendere per gestirlo?”
[…] ringraziamento a fronte dalla risposta ottenuta. Cosa che qualcuno ha addirittura definito “da […]
[…] La slide 11 è tratta da questo post dell’amico Roberto […]
[…] soprattutto, del social media team del quotidiano – che è possibile intervenire, dialogare, nel senso proprio del […]