Questo è un esempio di come secondo me dovrebbe funzionare il social recruiting.
Un’amica descrive in modo entusiastico la sua esperienza nella sede di Google Italia e io (con un po’ di humour) le rispondo così.
Per le aziende del settore media e comunicazione, “dovrebbe” funzionare così. Nessun supporto cartaceo. Anzi, se capitasse a me, storcerei pure il naso se mi accorgessi che questa azienda NON mi ha googlato oppure che NON mi ha cercato sui social network (tutti, non solo su Facebook o Linkedin). Lo stesso vale se rileva solo informazioni parziali o poco rilevanti, nel cui caso sarei io a indicar loro come trovare quelle rilevanti (in questo caso, mi porrei anche la domanda se per caso non fossi io a non aver curato abbastanza la mia ricercabilità nei motori di ricerca).
E la privacy? Se pubblico qualcosa sui social media è perché voglio che sia visibile: sta a me stabilire se un contenuto deve essere pubblico o visibile solo a talune persone.
https://twitter.com/sybelle/status/319863468993953792
https://twitter.com/postoditacco/status/319867266051239936