Ieri al Festival del Giornalismo si è parlato anche della tendenza a equiparare la diffamazione a mezzo stampa a quella a mezzo Internet (o, più specificatamente, social media).
E’ un problema non di poco conto, di cui parlavo tempo fa portando l’esempio della querela che un blogger aveva ricevuto da Renzo Bossi o di cui parlava anche Daniele Minotti analizzando il famoso caso del giudice di Livorno che equiparò i due tipi di diffamazione.
Peccato però non aver sfruttato il palcoscenico del Festival per dire apertamente che certi comportamenti non riguardano solo lettori, blogger, gruppi xenofobi, troll che si accaniscono (da soli o in gruppi più o meno organizzati) verso soggetti, ma lo stesso mondo del giornalismo, a volte anche in modo clamoroso.
Per una informazione di qualità occorre perciò fare finalmente della sana autocritica e abbattere questo muro di omertà, oltre che introdurre nuove policies e cambiamenti culturali nelle redazioni.
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