Sulla puntata di Report andata in onda ieri sera è stato detto di tutto e, contrariamente a molte altre occasioni, l’indignazione è stata unanime per quella che a tutti è sembrata profonda disinformazione sull’argomento trattato, probabilmente deleteria per lo sviluppo della rete e della cultura digitale in Italia.
I contenuti hanno accostato ad minchiam internet, social network, pericoli, allarmismi, spezzoni decontestualizzati di interviste (come quella a Donato), calamità e sfighe di ogni tipo, come da anni non capitava di vedere.
Come molti altri, ho seguito la trasmissione (attraverso il sito Rai, per giunta) e partecipato allo streaming live sull’evento su varie piattaforme social.
Non voglio ripetere cose dette da altri, sui quali mi trovo allineato, quindi vi rimando a leggere per esempio Maurizio Galluzzo, Giorgio Jannis, Fabio Lalli, PierLuca Santoro, Vittorio Pasteris e Michele Ficara, tanto per citarne qualcuno.
Altri contenuti sono recuperabili via Twitter, dove ieri sera l’hashtag #report era trending topic.
In particolare Fabio scrive:
Nella mia testa mi immagino che quando Report parla di altri argomenti (nucleare, leggi e via dicendo…), potenzialmente ci sia lo stesso “effetto delusione” negli esperti dell’argomento in questione. Questo credo sia normale proprio perchè ognuno si aspetta un contenuto più approfondito rispetto alla propria conoscenza e preparazione. Un contenuto di alto livello sarebbe incomprensibile per i non addetti ai lavori e viceversa. Non esiste un contenuto ottimo per tutti. In particolare poi la rete, da questo punto di vista, è una brutta bestia: è particolarmente suscettibile quando si toccano argomenti come social, internet e sicurezza, e basta che uno ne parli leggermente fuori dalle righe o al di sotto dell’aspettativa che tutti scrivono, strillano, tweettano e postano incazzati come bisce scagliandosi alla velocità della luce anche contro un qualcosa che fino a due ore prima era un must.
E’ verissimo e aggiungo che la differenza sostanziale, rispetto p.e. a temi legati al nucleare, è che qui contenuti e canali sono la stessa cosa, senza contare che anche gli stessi produttori di contenuti sono parte integrante degli stessi.
Con questi presupposti, è inevitabile che certi contenuti debbano necessariamente essere trattati imprescindibilmente dalla profonda conoscenza degli stessi.
Paradossalmente, senza internet e i social media, io ieri sera non avrei potuto seguire assolutamente niente della puntata di Report.
Chi si è perso la puntata si può riguardare il video o rileggere il copione (ringrazio Mauro Magnani per la segnalazione).
Grazie per la citazione :=P